Sulla parentopoli dell’Assemblea regionale siamo ancora alle indiscrezioni giornalistiche e alle denunce che i candidati esclusi dal concorso dicono di volere presentare all’autorità giudiziaria. Se sono rose fioriranno. Lo stesso dicasi per un’altra indiscrezione: una società riconducibile a Carlo Auteri, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia finito nei guai per le minacce al collega La Vardera, avrebbe ricevuto contributi – quattro soldi rispetto alla valanga di denaro pubblico che gli è arrivata dal Turismo – anche dal Presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, suo compagno di partito. Il quale, manco a dirlo, dispone di un fondo riservato, molto consistente, al quale attinge per sovvenzionare liberamente, e senza alcun controllo, parrocchie, sagre paesane, carnevali di ogni genere e qualità, feste e festicciole, convegni e congressi; con particolare attenzione – va da sé – al suo collegio elettorale, un collegio che da Paternò si estende a tutti i comuni del Catanese.
Se le due indiscrezioni risulteranno fondate e soprattutto documentate bisognerà prendere atto che anche Palazzo dei Normanni, come Palazzo d’Orleans, ha un suo retrobottega fatto di clientele, di mance, di consorterie, di predatori, di pagnottisti. E, ovviamente, di un cerchio magico al quale vengono assegnate le operazioni più delicate. Niente di scandaloso, per carità. Ma la questione morale deve pure avere un peso in un Palazzo, come quello del Parlamento, che dalla mattina alla sera predica legalità e trasparenza. Invece non succede nulla. Si moltiplicano gli scandali ma la questione morale non viene mai inserita all’ordine del giorno. La prova sta nel fatto che sugli scempi e sugli sprechi di Fratelli d’Italia – da SeeSicily alle avventure di Cannes, dagli spettacoli costruiti per Mediaset fino al caso Auteri – non è stato mai possibile aprire un dibattito, nonostante le insistenze del Movimento Cinque Stelle. Galvagno ha preferito imporre le ragioni della sua appartenenza politica anziché quelle della terzietà e dell’indipendenza di giudizio. Una deriva al ribasso che si salda con un’altra sua iniziativa a dir poco maldestra: quella di avere consentito al bar dei pagnottisti il compito di tenere alto, con un convegno organizzato nelle dorate stanze del Palazzo, lo spirito dell’autonomia regionale. Una indubbia caduta di stile e un’insanabile ferita all’autorevolezza del Parlamento.