Noi, ingenui cittadini – o sudditi, fate voi – siamo convinti che Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans siano i luoghi dove si lavora per il bene della Sicilia; dove il viceré Schifani o il gran visir Galvagno si adoperano per garantire un futuro ai nostri figli; dove settanta deputati e tredici membri del governo si affannano per preservare questa terra da una siccità che comincia ad avere, purtroppo, le sembianze della catastrofe. Niente di tutto questo. La Regione è diventata un oratorio parrocchiale dove ciascuno si trastulla con il proprio giocattolo: chi con le province, chi con il reddito di povertà, chi con la sanatoria delle ville costruite sulla spiaggia. Poi c’è Schifani che non rinuncia al teatrino della strigliata e Galvagno che affida le sorti dell’autonomia al bar dei pagnottisti. Ricordate Cechov? “Calate il sipario su queste scene disgustose”.