rucoli è la vetrina di Manlio Messina, per questo (forse) Carolina Varchi non ci sarà. A detta dell’ex assessore al Turismo, oltre che appartenere alla stessa corrente (parola che comincia a circolare con un po’ troppa frequenza fra i patrioti), i due sarebbero anche molto amici. Ma l’ex vicesindaca di Palermo, oggi deputata a Montecitorio, non compare nella lista dei ‘relatori’. Il suo nome, nel programma ufficiale, semplicemente non c’è. La Varchi non si occupava di cultura ma di bilanci. Magari sarà per questo. O magari c’entra l’indiscrezione di Simone Canettieri sul Foglio, in cui – oltre al solito Giovanni Donzelli, considerato però il “motore” del partito – entrambi i nomi della ‘generazione Atreju’, Varchi e Messina, risultano fra i potenziali successori di Tommaso Foti qualora l’attuale capogruppo sostituisca la Santanché al Ministero. Ovviamente del Turismo.

Manlio Messina è già vicecapogruppo alla Camera: per lui sarebbe un balzo di carriera, con un incarico da onorare fra un’intervista e l’altra. Canettieri lo chiama ‘metà uomo, metà dichiarazione dei tg’, proprio per la sua propensione al presenzialismo. In tv, alla radio, tra poco anche su TikTok. Ma al netto di qualche passo avanti sulla continenza espressiva, è il Manlio di sempre. Quello che non ritiene di dover fare mea culpa neppure di fronte alle più incredibili malefatte.

Nonostante la Commissione Europea abbia deciso di non liquidare dieci milioni per il programma SeeSicily perché ritenuti “inammissibili” – per una cifra di importo simile aveva già preteso la restituzione – il Balilla è tornato alla carica con un’intervista sfacciata: “Ma non si tratta dell’unico progetto della Regione che registra questo tipo di problemi. Dirò di più: se anche avessimo saputo di questi problemi, avremmo messo in campo ugualmente quelle misure che hanno aiutato le imprese”. Molte delle imprese, in realtà, si sono tenute nei cassetti i voucher ‘vuoto per pieno’ pagati dalla Regione (l’obiettivo dichiarato è che a fruirne sarebbero stati i turisti). Ma questo Messina non ha alcun motivo di dirlo. Semplicemente va oltre. Fa spallucce. Attirando le attenzioni su di sé come fosse il patriota, stavamo per dire “profeta”, con delega al Turismo.

A Brucoli, a parte la Varchi, ci saranno quasi tutti: dal presidente del Senato Ignazio La Russa, atteso oggi alle 16 per un incontro coi giovani; passando dal sempreverde Musumeci, dimentico di aver governato cinque anni in Sicilia; fino ad Arianna Meloni, sorella della premier, che ha da poco lasciato il compagno Lollobrigida (da quel giorno finito in disgrazia… politica). A casa di Manlio Messina, che organizza al Mangia’s Resort la seconda edizione di “Italia, le radici della bellezza”, ci sono tutti quelli che contano. Anche se l’aura di novità introdotta a Roma dal Balilla, forse, sta vivendo una fase di regressione: se così non fosse, perché scegliere la Varchi al suo posto? Perché è amica di Meloni, certo; o più semplicemente perché alcuni metodi spendi e spandi, adottati con la scusa di promuovere il brand Sicilia o incentivare i flussi turistici, alla lunga sono risultati carenti sotto il profilo dell’immagine, oltre che discutibili sotto il profilo economico (24 milioni solo per la comunicazione). Soprattutto per la procura regionale della Corte dei Conti, che sta cercando di fare luce sulle spese partite da via Notarbartolo durante la scorsa legislatura.

E se Brucoli, piuttosto che una vetrina, diventasse la soglia di un precipizio? Come avvenuto con Lollo al G7 di Ortigia? A cristallizzare gli equilibri dentro Fratelli d’Italia, finora, era stata la permanenza di Santanché al Ministero del Turismo. Ma adesso la manager è alle prese con due procedimenti: nel primo legato a Visibilia -ieri la prima udienza- è indagata per falso in bilancio assieme a 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz. Nell’altro, ritenuto più ostico, deve rispondere di truffa ai danni dell’Inps per la cassa Covid somministrata ai dipendenti delle sue società. Chissà che, in caso di rinvio a giudizio, non si dimetta… La stessa ministra, assente in aula, dovrebbe partecipare alla festa di Brucoli: il suo intervento (un confronto con le associazioni di categoria) è previsto sabato pomeriggio. Mentre l’indomani, Foti, sarà impegnato in conferenza stampa con Musumeci per presentare la proposta di legge che inserisce il mare in Costituzione.

Un giro di incastri, alcuni beffardi, che non potevano avere un palcoscenico migliore di Brucoli: lo scorso anno, di fronte alla platea patriota, andò in scena il bacio della pantofola di Schifani al Balilla. I due si erano scontrati crudelmente dopo l’episodio dell’affidamento diretto a una società lussemburghese per la realizzazione di uno shooting a Cannes, provvedimento poi ritirato in autotutela (atto ritenuto ineccepibile da parte del Tar). Un altro esempio di turismo fasullo che a queste latitudini piace un sacco. Ma stavolta il passo può diventare più lungo della gamba. E Giorgia, che in queste settimane fremeva dalla smania di dirne quattro ai suoi (da Lollo all’affaire Sangiuliano, non sono mancati i momenti di tensione) potrebbe mettere in campo il principio di cautela. A quel punto, fra il Balilla e la Varchi, andrebbe sul sicuro. Sai che figura Manlio con gli amici…