La legge contro il crack si poteva scrivere in due giorni e approvare nel giro di una settimana: la chiedeva un esercito di vite bruciate, la invocava con forza l’arcivescovo di Palermo, erano d’accordo tutti i gruppi politici. Ma la Regione, si sa, non è fatta per risolvere i problemi. All’apparenza è una macchina ricca e lussuosa: una Rolls-Royce. Ma con un problema: ha il motore fuso. L’Assemblea regionale non cava un ragno dal buco e Palazzo d’Orleans non sa più pensare a una norma che non sia una torta da spartire. Poi ci sono i capricci e gli spagnolismi di un taglianastri come Renato Schifani. Dopo un anno la legge contro il crack sembrava già pronta ma la fumata bianca è dovuta slittare di un giorno perché il governatore e la sua corte non erano in aula. Non succedeva nemmeno nella corrotta Bisanzio. Succede nella Sicilia dei saltimbanco e dei riccastri.