Una contraddizione figlia di una strana coincidenza (numerica) può diventare il manifesto delle priorità di un governo? Sì, è questo il caso. “Fra nove mesi verrà restituito alla città di Palermo il Castello Utveggio”, ha esultato uno Schifani tronfio e consapevole di essere quasi riuscito a spuntare la casellina del cuore. Eppure, come fa notare il deputato regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Troina, Fabio Venezia, ogni esultanza andrebbe ponderata e contestualizzata, perché, ad esempio, sono “bloccati da nove mesi” i pagamenti alle imprese che si sono impegnate a consegnare le opere previste dal Pnrr. Il motivo? “Lentezze burocratiche e ritardi dei dipartimenti nel riaccertamento dei residui”.
Se un lato c’è un sollazzo da alimentare, inesauribile scorta di consenso e cotillon, dall’altra c’è l’attesa, lenta e perenne, nei pagamenti. Se da un lato le imprese vengono spronate (“Al direttore dei lavori e all’impresa ho ribadito l’impegno a completare entro i termini contrattuali” dice Schifani a proposito dell’Utveggio), dall’altro ci sono imprese illuse e deluse. Lavori mai completati e persino cantieri mai aperti. La denuncia di Venezia è l’unica voce fuori dal coro in una estate che ha completamente investito il buonsenso, fra spettacoli ed emergenze. E’ l’unico ancoraggio a una realtà troppo spesso distante dal dibattito politico, sulla quale andrebbe tarata e giudicata l’azione di un governicchio poco produttivo: “La mancanza di una seria programmazione, l’assenza di un’attività costante di monitoraggio e il grave ritardo dei pagamenti ai soggetti beneficiari rischia di far perdere centinaia di milioni di euro del PNRR alla Sicilia”, dice Venezia, che è anche vicepresidente della commissione Bilancio all’Ars.
L’Assemblea regionale riaprirà il 3 settembre. Quattro giorni dopo il concerto di Natale che si terrà alla Valle dei Templi, con il Volo, che ha impegnato la Regione con un finanziamento da 900 mila euro che si somma ai 300 del Ministero del Turismo per garantire a Canale 5, il 24 dicembre, una prima serata da urlo. Se avessero dedicato le stesse attenzioni agli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, forse staremmo parlando di un’altra storia e il concerto sarebbe soltanto la ciliegina sulla torta. E invece: “A parte i fondi stanziati per i lotti ferroviari della Catania-Palermo – segnala Venezia – su moltissimi interventi non abbiamo notizie né sullo stato di progettazione né sulle fasi di appalto, né sullo stato di avanzamento dei lavori. La Regione Siciliana, in qualità di soggetto attuatore, gestisce direttamente circa 1400 interventi per un valore finanziario di circa 1,4 miliardi di euro”.
“Tra questi circa 600 interventi, pari a 980 milioni di euro, solo nell’ambito della Missione Salute. Nei mesi scorsi – continua il parlamentare del Partito Democratico – abbiamo chiesto notizie sulla realizzazione dei 43 ospedali di comunità, delle 156 case di comunità e delle 50 centrali operative territoriali previste dal Piano della rete territoriale di assistenza, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna informazione. Stessa cosa per i 37 interventi della Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, per un importo complessivo 240 milioni. Da circa sei mesi – aggiunge – attendono i pagamenti i beneficiari dei 511 progetti finanziati dal PNRR nell’ambito della Missione “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, per un importo complessivo di circa 76 milioni. In molti casi i lavori si sono bloccati, le imprese sono entrate in sofferenza finanziaria e vi è il concreto rischio che molti interventi non vengano ultimati a causa dei ritardi della regione”.
Sul tema dell’ambiente avrebbe potuto chiedere qualche informazione alla sua “compagna di collegio”, l’ex assessore al Territorio Elena Pagana, che pur avendo ottenuto un quarto dei suoi voti, si è garantita l’accesso all’esecutivo con un ruolo da protagonista (fino alle dimissioni in favore di Giusi Savarino). Eppure – stando ai racconti dell’ex sindaco – pare non abbia controllato abbastanza per fare in modo che tutti i fondi trovassero rispondenza nei progetti della “rivoluzione verde”. Alla Volo, in tema di Salute, è anche inutile chiedere. L’assessore non interviene neppure quando dovrebbe, in aula, figuriamoci a rilievi così chiari e circostanziati. Schifani, d’altronde, si è ritrovato alla guida di un’auto che non conosce, dopo aver frequentato i salotti raffinati di palazzo Giustiniani, essere diventato capogruppo in parlamento e di aver sfiorato la pensione prima che Ignazio La Russa gli stravolgesse la vita. Essere alla guida della Regione corrisponde a una grande responsabilità, ma soprattutto a una straordinaria e irripetibile vetrina. E’ lo sfarzo più assoluto, che va affrontato con la dovuta teatralità e i migliori scenografi. Da qui il canale aperto con alcuni dei migliori pagnottisti che la Sicilia ricordi, destinatari (e beneficiari) di importanti incarichi, consulenze, prebende.
Il Castello Utveggio sarà un set a cielo aperto per la smania esibizionista del presidente e del suo governo. La struttura che domina il golfo di Palermo dal Monte Pellegrino era stata al centro di una spy story per una serie di ritardi dell’impresa di Favara che avrebbe dovuto completare i lavori di efficientamento energetico previsti dalla fase/1, e sulla quale nemmeno i burocrati erano riusciti a vigilare. Dopo aver portato a casa il primo risultato con qualche impiccio di troppo, la giunta ha approvato una delibera per trasformare gli interni del castello in un centro congressi d’eccellenza, mettendo in palio altri cinque milioni. È prevista la realizzazione di due sale conferenze, da 170 e 65 posti, di una sala con tavolo riunione da 24 posti e di una sala stampa da 28 posti. Tutti gli ambienti – spiegava qualche giorno fa il Giornale di Sicilia – verranno dotati di un sistema di traduzione simultanea multilingue, oltre che dei sistemi tecnologicamente avanzati in materia di connettività in fibra ottica, protetti con sofisticati sistemi di salvaguardia, l’interconnessione alla rete regionale e la fornitura degli apparati di sicurezza a protezione dell’infrastruttura. Via i vecchi ascensori, sostituiti da quelli di ultima generazione e soprattutto panoramici: una chicca rivolta ai partecipanti (si spera moltissimi) di grandi eventi.
Insomma, il Castello Utveggio, che in passato era stato utilizzato come hotel di lusso e persino come casinò, diventerà espressione di questo tempo. Di questa Regione. E di questa Presidenza. Che non lascia nulla al caso: si occupa di sovragoverno, garantendosi una “rete” di feste, eventi e cerimonieri di prim’ordine (come la moglie di Dragotto, ricco e festaiolo proprietario di Sicilia by Car, finita nel Consiglio d’indirizzo della Fondazione del Teatro Massimo o Gianna Fratta, utilizzata all’occorrenza per la Foss, le Celebrazioni Belliniani o Taormina Arte); e di sottogoverno, promuovendo uomini e donne nelle posizioni apicali della sanità o delle partecipate. L’unica cosa di cui non si occupa è il governo, al netto dei tentativi di rimuovere le macerie dell’emergenza (siccità, rifiuti, incendi) e di praticare il clientelismo di massa (come dimostrano le mance inserite in Finanziaria o i “contentini”, saltuari, ai lavoratori e alle imprese). Una strategia raffinata, stramba, incompatibile con le vere esigenze della Sicilia, ma ormai manifesta e improntata sulla comunicazione. Alla ricerca di applausi e approvazione da parte della solita claque.