Sotto l’ombrellone la politica siciliana riserva un clamoroso scoop: il passaggio di Gianfranco Micciché al Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo. Un avvicinamento “covato” nel tempo e coinciso con la campagna elettorale, dove sia l’ex commissario di Forza Italia e l’ex governatore hanno sostenuto Caterina Chinnici, poi eletta all’Europarlamento per la rinuncia (forzata) di Edy Tamajo. Ora Micciché si è deciso a fare il passo, come conferma Mario Barresi su ‘La Sicilia’, perché “anche il presidente Berlusconi avrebbe approvato la mia scelta: questo, in Sicilia, non è più il suo partito, non è più il nostro partito, forse non è nemmeno un partito, ma un ristretto club riservato agli adulatori e ai lacchè del presidente”. “Ci troviamo di fronte – ha confermato poi Micciché a Repubblica – a una gestione del partito fondata sulle epurazioni”.
Il mal di pancia emerge anche dall’intervista di Tommaso Calderone, ex capogruppo all’Ars e oggi parlamentare forzista alla Camera dei Deputati: “Non è una questione di poltrone ma di sostanza – conferma a ‘La Sicilia’ – Oggi i due terzi forzisti in giunta sono rappresentati da tecnici di strettissima fiducia del presidente. E la politica dov’è? Cosa avrebbe fatto di meno per la sanità siciliana qualsiasi altro nostro deputato regionale al posto dell’assessore Volo? Non c’erano altri all’altezza del ruolo di Falcone? Nel rimpasto dovevano entrare politici, è stato un grosso errore di un partito monocratico che ha svilito il gruppo Ars”.
Su Schifani, insomma, si abbattono nuove rovine alla vigilia di un Ferragosto caldissimo. Il governatore e la gestione feudale della Sicilia e di Forza Italia stanno mettendo in fuga alcuni rappresentanti del suo partito, che sembrano destinati ad aumentare. Nulla potrebbe far più felice Schifani dell’addio di Micciché, con cui litigò dopo l’affermazione alle Regionali per il tentativo di mettere il becco sulla scelta degli assessori. Ma il potenziamento del Mpa potrebbe fargli correre un rischio nella composizione del governo: Lombardo, che in campagna elettorale aveva ottenuto la promessa di un secondo assessore al raggiungimento dei cinque deputati all’Ars, ora è addirittura a sei. E le recenti critiche sulla sanità sono un primo segnale della sua profonda inquietudine. Schifani avrebbe avuto l’occasione di “placarlo” scegliendo Di Mauro come vicepresidente, ma il dossier è slittato al rientro delle vacanze. Che saranno occasione di riflessione e non certo di festa.
Lombardo: Esperienza di Micciché darà forza alla nostra causa
“Il rapporto trentennale con Gianfranco Miccichè e’ stato ispirato intanto al reciproco rispetto umano, poi al confronto leale di idee e programmi. La sua lunga esperienza in politica e nelle Istituzioni e la profonda conoscenza di uomini e cose daranno più forza alla causa autonomista che va rilanciata e ancor più inverata nel senso di responsabilità, nel rigore amministrativo, nell’impiego della risorse umane e materiali di cui dispone la Regione. La sua militanza trentennale a fianco di Silvio Berlusconi sin dalla fondazione di Forza Italia e il nostro comune impegno elettorale per Caterina Chinnici che Antonio Tajani ha voluto capolista in Sicilia, accelerano il processo federativo avviato dal Movimento per l’Autonomia all’insegna dei condivisi valori su cui si fondano il PPE e l’Europa unita”. Lo dichiara l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo.