La Camera mercoledì scorso non aveva ancora finito di votare l’ultimo decreto legge prima della sospensione estiva dei lavori, il quarto in due giorni tra Camera e Senato, che già il governo approvava un altro decreto legge, nel consiglio dei ministri prima delle ferie. Il Parlamento deve sempre avere dei decreti legge da esaminare, senza soluzione di continuità. Succede da decenni, con i vari governi, tecnici, di destra e di sinistra, che si sono succeduti ma con il governo Meloni questo modo di governare si è accentuato.
Sarebbe la prima riforma da fare, l’abolizione della decretazione d’urgenza. E a maggior ragione sarebbe necessario farla, questa riforma, se si va davvero verso il premierato.
In effetti, il passaggio dalla cosiddetta prima Repubblica, caratterizzata dal governo unico della Dc, con le sue correnti interne e i suoi partiti alleati, e dall’assemblearismo parlamentare consociativo con il Pci, alla cosiddetta seconda Repubblica, della democrazia dell’alternanza, fu reso possibile anche dalla sentenza della Corte Costituzionale che negli anni ‘90 impedì la continua reiterazione dei decreti legge sulla stessa materia. Continua su Huffington Post