Il cartone di Patti è l’ultima vergogna ma lui – il marmoreo Schifani – non mostra segni di rossore. Anzi. Si impanca sul teatrino della politica, fa la faccia feroce – “A Rena’, facce Tarzan” – e recita il solito, stucchevole copione: vedrà, farà, provvederà, punirà. Ma tutto resta tale e quale. Al vertice dell’assessorato rimane Giovanna Volo, che è il fantasma di un assessore. E al governo delle Asp e degli ospedali rimangono i vecchi e callidi burosauri, da Daniela Faraoni a Walter Messina, scelti dal viceré di Sicilia non per garantire una sanità decente, ma per perpetuare uno sfascio dove i marpioni della politica trovano il brodo ideale per le loro manovre e i loro saccheggi clientelari. La smetta, presidente Schifani. Le sue strigliate non commuovono più nessuno. Sono gli attrezzi di scena di una commedia disgustosa sulla quale non cala mai il sipario.