Quando si è trattato di assegnare un titolare al ministero dei Trasporti pare che un solo nome sia venuto alle labbra di ciascuno: Matteo Salvini. Prima di tutto perché il predecessore più rinomato, cioè Danilo Toninelli, avrebbe ottenuto così la realizzazione di un suo sogno che gli esperti giudicavano impossibile: essere rimpianto. E poi perché il segretario leghista Salvini è il solo, in Italia, fermamente convinto che Italo (treno) sia il nome di un sigaro e che Ita (Airways) sia un participio passato. A proposito di Ita, che non se n’è ita ma da ieri si è fusa con Lufthansa, la previsione è che questo capolavoro di Giancarlo Giorgetti (uno che con Salvini ha evidentemente in comune soltanto l’essere nato in Lombardia) garantirà un aumento del traffico aereo, dei passeggeri a Fiumicino e Linate e dunque dei turisti. Una manna dal cielo, letteralmente. Negli ultimi vent’anni i passeggeri aerei nei nostri aeroporti sono passati da 83 a 163 milioni. E nei primi quattro mesi dell’anno il traffico aereo era già aumentato del 10 per cento rispetto al 2019. Più passeggeri e più turisti che arrivano in Italia e che quando escono da aeroporti (o stazioni)… non trovano i taxi che sono nello stesso numero di vent’anni fa.
Il ministro Salvini, che dei taxi è responsabile, in un primo momento, delicato com’è, non ci aveva pensato, ma poi, riflettendoci, come raramente gli succede, si è convinto: facciamo dei decreti. Visto che a Fiumicino, come a Termini, la sera e il pomeriggio si trovano anche duecento persone in fila ad aspettare un’auto di servizio pubblico che faccio? Aumento le licenze dei taxi?, si è chiesto il ministro. Ma no, meglio non disturbare gli amici tassisti, ha pensato, l’agile personaggio. Dunque, per risolvere il problema della penuria di macchine, Salvini ha regolato la vita degli Ncc, la categoria che a differenza dei tassisti è meno organizzata e fa meno lobby. E ha diminuito le loro macchine aumentando il disservizio, ma garantendo i taxi (che lo votano). Un genio dello sfascio, altro che l’ingenuo Toninelli. E lo ha fatto in questi termini: se andate a prendere un cliente, cari Ncc, prima di prenderne un altro dovete aspettare venti minuti. Fermi. Che è un po’ come se uno andasse dal salumiere chiedendo un etto di crudo e quello rispondesse: “Ora non posso, devo tenere l’affettatrice spenta”. “E perché?”. “Perché l’ha detto Salvini”. Il quale preferisce il disservizio pur di tenersi la categoria che secondo lui porta voti. Ridateci Toninelli. Leggi ilfoglio.it