Forza Italia è un partito surreale: mentre Marco Falcone, a Palermo, dirige le operazioni per approvare una manovra correttiva da 200 milioni, prima di catapultarsi a Bruxelles per il suo nuovo incarico, dalla visita di Edy Tamajo a Roma giunge il primo verdetto del post Europee: Mr. Preferenze, nonostante i 121 mila voti ottenuti l’8 e il 9 giugno, rinuncia al seggio di Bruxelles. Era ampiamente nell’aria. La decisione è maturata questa mattina, durante un incontro al quale hanno partecipato il segretario nazionale Antonio Tajani e il governatore siciliano Renato Schifani.
Entrambi, dalla rinuncia di Tamajo, ottengono naturali vantaggi: Tajani piazza Caterina Chinnici all’europarlamento per la terza volta di fila, archiviando la figuraccia del voto di qualche settimana fa (con l’ex Pd giunta soltanto terza) e tenendo fede alla parola data; Schifani, invece, monopolizza (o cannibalizza?) il partito in Sicilia. Non solo Tamajo rimarrà al governo, avendo la possibilità di aspirare all’assessorato alla Salute. Ma diventa la prova plastica di una Forza Italia sempre più spostata al centro, lungo l’asse che abbraccia Totò Cardinale e, volendo, Totò Cuffaro e Saverio Romano: quest’ultimo continua a spingere per una sorta di federazione sul modello del Partito Popolare.
Vincono tutti tranne Falcone, che spostandosi in Europa rischia di perdere il contatto con il territorio; non gli rimarrà che indicare il suo successore all’Economia – sempre che non scatti una diversa ripartizione delle deleghe – e sperare che lo stesso Tajani, con la sponda di Giorgio Mulè, possano salvaguardarlo in attesa del Consiglio nazionale dell’8 luglio. Quando, nella Capitale, si farà l’analisi del voto siciliano: “Lì – ha spiegato in una intervista a ‘La Nazione’ Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera – sono confluiti i voti di Cuffaro, Lombardo, di personalità di Noi Moderati che non hanno nulla a che vedere con FI ma con i giochi in giunta. La nostra capolista delle Isole, Caterina Chinnici, è arrivata terza solo perché le è mancato l’appoggio di un pezzo del partito che faceva un gioco diverso”.
L’approdo in Europa attraverso la porta di servizio, ovviamente, riduce le frizioni. Ma non le cancella del tutto. “Ringrazio Tamajo per il suo attaccamento ai colori, la sua scelta che ha un importante significato politico”, ha detto Tajani in conferenza stampa. “Questa mossa – ha aggiunto il segretario nazionale – non è per un assestamento interno al nostro partito in Sicilia, ma una scelta politica per costruire una grande forza di centro che può e deve arrivare al 20%”. Anzi, “la motivazione della scelta di Tamajo è la dimostrazione che abbiamo già iniziato il percorso verso il 20%, che per noi non è una cifra elettorale ma un ruolo politico da svolgere nel paese”.
Chinnici dopo un anno di militanza in FI ottiene la ricompensa sperata. Anche se al termine di un percorso assai arduo, specie durante la campagna elettorale, quando la figlia del giudice Rocco è stata vittima dell’ostracismo di alcuni forzisti, rei di averla esclusa dalle terzine più quotate. “La nostra avventura politica continua e da uomo di partito – ha detto Tamajo – continuo a lavorare per il bene dei siciliani e della nostra Isola, all’interno della giunta Schifani che mi onoro di rappresentare. La missione di Forza Italia – aggiunge – deve essere quella di garantire un futuro migliore, promuovendo opportunità, equità e giustizia. Nei prossimi giorni formalizzerò le mie dimissioni dalla carica di eurodeputato per dare spazio a Caterina Chinnici, che rappresenta un simbolo per la nostra terra, un’icona della lotta alla mafia e alla criminalità organizzata”.
Con il suo ritorno in Europa, che le frutterà un vitalizio di 21 mila euro al mese, può giudicarsi soddisfatto anche Raffaele Lombardo: il suo Mpa si è schierato dall’inizio al fianco di Santa Caterina di Misteri, procurandole una fetta importante delle 93 mila preferenze: “In questo momento in cui prendiamo atto dell’elezione di Caterina Chinnici a parlamentare europeo – dichiara lo stesso Lombardo -, mi sento di esprimere la nostra gratitudine ad Antonio Tajani, a Renato Schifani, ad Edy Tamajo per la scelta compiuta all’insegna della responsabilità e della generosa adesione al segnale politico e programmatico che il ministro degli Esteri ha impresso al rilancio di Forza Italia indicando come capolista in Sicilia la figlia di Rocco Chinnici”. Così anche gli Autonomisti, con la sponda di Tajani, potrebbero passare all’incasso.
Per il rimpasto alla Regione si attende soltanto la proclamazione degli eletti a Bruxelles, anche se la macchina è già ben avviata. Schifani dovrà valutare la posizione dell’assessore Giovanna Volo, uno di quelli in bilico. E’ chiaro che se Tamajo finirà a piazza Ziino, l’ex direttore sanitario del Policlinico di Messina farà le valigie e bisognerà, in qualche modo, sostituirla. Ma fin qui è stata un fantasma e nessuno dovrebbe rimpiangerla.