“I voti a FI alle europee sono una cambiale in bianco che va onorata con i fatti. Non possiamo sbagliare sull’autonomia perché non ci verrebbe perdonato”. Il pensiero di Giorgio Mulé è quello di molti dentro Forza Italia, specie nel Mezzogiorno. Non di Renato Schifani, che ha salutato con favore la legge approvata qualche sera fa in Parlamento. L’unica nota lieta, per Mulè, è l’approvazione di alcuni ordini del giorno, che però non garantiscono di correggere il tiro: “Possono essere, e spesso sono, tigri di carta, e addirittura alcuni parlamentari li definiscono carta igienica – ammette Mulè in una intervista a Repubblica – soprattutto quando c’è la formula che invita il governo a ‘valutare l’opportunità di’. Ma la serietà e l’affidabilità del governo si misurerà nel trasformare questi odg in norme”.
A cosa servono? “Prescrivono lo stop ai negoziati con le Regioni fino alle definizioni dei Lep (i livelli essenziali delle prestazioni) con legge delega. Inoltre una relazione tecnica sull’impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese. Analisi dell’impatto del trasferimento di eventuali materie non Lep da presentare al vaglio delle Camere. Infine applicazione rigorosa della facoltà del Cdm di limitare l’ambito delle materie oggetto di intesa”.
“Antonio Tajani per primo ha detto che c’è l’impegno, reale, del governo a renderli esecutivi – dice Mulè -. Lo verificheremo prestissimo, prima dell’entrata in vigore della legge. Le preoccupazioni del governatore Occhiuto della Calabria, del presidente Bardi della Basilicata e degli altri esponenti forzisti del Sud, solo a quel punto si dissolveranno”. Mulè teme “che si finisca col dare ragione chi dice che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Bisogna essere obiettivi: questa legge è stata imposta a tappe forzate. Meritava più tempo”.