“Né di destra né di sinistra lo sento dire da molti anni. Da quelli di destra”. Quella di Stefano Patuanelli non è una voce come tante nel Movimento 5 stelle. Non in quello di Giuseppe Conte, partito costruito a immagine e somiglianza del leader dove dietro il leader la seconda fascia dei colonnelli è stata sostanzialmente azzerata. A differenza del magma, Patuanelli ha un suo peso specifico interno (è stato ministro e capogruppo), una sua influenza e – attenzione attenzione – una sua linea politica. Che è quella dell’apertura a sinistra, della costruzione di un’alternativa di governo, del campo largo ancor prima che si parlasse di campo largo.
Con chi ce l’ha Patuanelli? Con Virginia Raggi, ad occhio e croce. L’ex sindaca di Roma è una specie di baluardo per chi ripete la stanca tiritera del ritorno alle origini, del recupero del Movimento 5 stelle dei meetup come se potessero essere messe indietro le lancette dell’orologio e essere riportati di colpo in un passato che non esiste più (a questo proposito consigliatissimo l’articolo di Alessandro De Angelis di ieri). “Schiacciarci sulle posizioni della destra o con la sinistra ci snatura e rende irriconoscibili, dobbiamo tornare alle origini”, è l’ideona di Raggi, blastata non senza qualche ragione da Conte stesso: “Che significa tornare alle origini? Il contesto è completamente cambiato”. Continua su Huffington Post